Mercoledì tutto questo è cambiato.
La mattina dopo che Mubarak ha annunciato che non avrebbe partecipato per farsi rieleggere a settembre, i suoi sostenitori sono scesi a migliaia in piazza Tahrir ed improvvisamente la violenza prolungata ha regnato al centro del Cairo.
I primi sospetti, poi rivelati almeno in parte fondati, sono stati che i dimostranti pro-Mubarak non fossero semplici cittadini medi, a sostegno dell'uomo che è stato leader dell'Egitto per tre decadi.
Con il proseguire della battaglia tra i due fronti, alcuni protestanti pro-Mubarak sono stati catturati dagli avversari. Alcuni, spaventati dalla cattura, hanno implorato per le loro vite, affermando che il governo li aveva pagati per uscire allo scoperto e manifestare. Altri, invece, si sono dimostrati essere agenti in borghese.
Un uomo ha detto: "Non ho pianto quando è morto mio padre, ma ho pianto quando Mubarak ha parlato ieri. Sono cresciuto ammirandolo, avendolo come capo e presidente di questa grande nazione"
E un'altra dimostrante ha dichiarato: "Mubarak è nostro padre. Nessuno può offendere e ridicolizzare gli anziani. Se lo facciamo ci sminuiamo a nostra volta. Questo è il modo per distruggere il nostro paese..."
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