In termini commerciali, la nuvola (cloud) è solo un termine fantasioso che indica tutti i computer, oltre al proprio, connessi alla rete di Internet. Aziende come Google e Amazon posseggono enormi reti di computer, depositati in magazzini segreti in giro per il mondo, dove vengono inseriti e mantenuti i dati che gli utenti di Internet non vogliono memorizzare sul proprio hard disk personale. Pensate solamente a tutte le foto che avete su Facebook, i documenti salvati in servizi tipo Dropbox o Mozy, o anche solo a tutte le e-mail su hosting Web. Questi files sono effettivamente memorizzati da qualche parte, all'interno della cloud piuttosto che su un pc portatile personale. Il concetto di cloud-storage, quindi, è quello che sta prendendo sempre più piede nei modi più svariati.
La novità di Amazon
Amazon è stata la prima azienda ad offrire quella che viene definita Cloud Music, che non è un nuovo genere musicale, ma la nuova frontiera di espansione del concetto di cloud computing. La Cloud Music affronta però molte sfide sia a livello tecnico che legale.
Quali sono i vantaggi della Cloud Music?
Inannzitutto, è comoda. Ad oggi, la maggior parte delle alternative musicali, come ad esempio l'iTunes di Apple, ci costringono a salvare i file musicali sui nostri hard disk. Molti appassionati di musica hanno una collezione che occupa decine, se non centinaia, di gigabytes sui propri dispositivi di archiviazione: cosa che rallenta di molto i computer e, se siamo sfortunati e il nostro disco dovesse rompersi, perderemmo tutta la nostra musica. Inoltre, i file musicali sono fermi in un unico posto: possiamo sincronizzare le tracce musicali con i nostri dispositivi di riproduzione portatili (sempre ad esempio iTunes con un iPod o iPhone) ma dobbiamo collegarli al pc per poterlo fare. Questo sistema non ci permette di accedere facilmente da qualunque computer e risulta complicato mantenere l'archivio musicale su più dispositivi. Il concetto ideale dovrebbe essere quello di salvare tutti i nostri files musicali nella cloud, per poi accedervi ovunque siamo.
Gli svantaggi della Cloud Music
La connettività ad Internet è senza dubbio l'ostacolo maggiore: se tutta la nostra musica è salvata nella cloud, avremo bisogno di una connessione ad Internet per potervi accedere. Questo dettaglio è particolarmente svantaggioso su dispositivi mobili, dal momento che le connessioni Wi-Fi veloci non si trovano ovunque, mentre le connessioni dati tramite cellulari non sono di certo performanti e sono già lente ora come ora. I critici affermano infatti che la Cloud Music non farà altro che rallentare ulteriormente le reti mobili. Ad ogni modo, l'app Android di Amazon ci permette di scaricare la musica, direttamente dalla cloud sul nostro dispositivo mobile, in modo da poterla ascoltare anche offline.
Come funziona la Cloud Music di Amazon?
Il Cloud Drive di Amazon è il primo esempio di una grande compagnia che si getta in questo settore. Il serivzio permette agli utenti di fare l'upload dei propri file musicali, direttamente nella nuvola, per poi poter ascoltare le canzoni tramite un browser web o una applicazione Android.
Mentre il servizio non è al momento attivo per iPhone, gli utenti hanno i primi 5 gigabytes senza dover pagare, mentre è previsto un pagamento per ulteriore spazio dedicato.
Alternative alla Cloud Music di Amazon
Gira voce che Google ed Apple stiano lavorando su servizi di Cloud Music, anche se entrambe le aziende sono state trattenute da problemi di licenza e copyright, mentre altre piccole compagnie già forniscono servizi di Cloud Music: citiamo Grooveshark, mSpot e MP3tunes.
In quali problemi incorre la Cloud Music?
Soprattutto problemi di natura legale. Le grandi case di registrazione detestano questo tipo di servizio, perché sostengono che la Cloud Music possa dare un ulteriore sistema per archiviare copie illegali o piratati e darne così un facile accesso tramite la nuvola.
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